Molto spesso ci si ricorda delle persone importanti solo negli anniversari, non è questo l’atteggiamento del nostro Museo nei riguardi di Giacomo Costantino Beltrami al quale viene dedicato un ampio spazio nell’esposizione permanente relativa alle culture extraeuropee. Spazio indubbiamente meritato in quanto l’esploratore bergamasco, animato dalla voglia di conoscere il nuovo continente, si imbarca nel lontano 1822 verso le Americhe: esplora il nuovo continente, si addentra in territori dove nessun uomo bianco era mai stato e ne incontra i nativi instaurando con loro rapporti di amicizia improntati sul reciproco rispetto. Questo atteggiamento umanamente aperto gli consente di approfondire la conoscenza di questi popoli dai quali raccoglie manufatti carichi di valore rituale ed oggetti d’uso comune di grande interesse; tornato in Europa, viene insignito di importanti onoreficenze accademiche anche in Francia e Gran Bretagna. La presente mostra è stata realizzata per offrire un’occasione di approfondimento dei diversi aspetti della vita del Beltrami attraverso lo studio dei documenti conservati nella città che ne vide i natali ed in diversi Istituti culturali italiani. Questa opera di ricerca ha reso possibile proporre un percorso originale che, oltre a tracciare gli aspetti caratteristici della vita del Beltrami, espone numerosi scritti conservati presso la civica Biblioteca Angelo Mai e diversi reperti etnografici normalmente custoditi nelle collezioni del Museo. Una sezione specifica della mostra illustra il Beltrami naturalista con la riproduzione dei suoi campioni d’erbario ed alcuni minerali conservati nelle collezioni del Museo. Un uomo senz’altro affascinante Beltrami che, rapito dagli ideali di libertà ed eguaglianza che hanno pervaso l’Europa della fine del settecento, subisce il peso della loro sconfitta; deluso dal crollo dei valori in cui ha creduto intraprende il viaggio in Europa, attraversa l’oceano Atlantico per conoscere il Nuovo Continente ed infine torna a Filottrano, dove si spegne. Un viaggio di esplorazione verso lʼignoto e dentro se stesso che rende quest’uomo, scomparso un secolo e mezzo addietro, ancora oggi così attuale. Solo la competente opera di conservazione e valorizzazione dei Civici istituti culturali bergamaschi ha consentito oggi di esporre questi importanti documenti e di portarli a conoscenza delle nostre e delle future generazioni.
Bergamo 27 ottobre 2005