Il più grande predatore del mare triassico
Recenti studi hanno permesso di aggiungere ai tanti primati della paleontologia bergamasca un’ennesima scoperta.
Gli specialisti dell’Università degli Studi di Milano e dell’Insubria hanno dato risposte certe in riferimento ad alcuni ritrovamenti fossili fatti presso Piazza Brembana: quattro vertebre articolate. Questi reperti appartengono alla porzione caudale dello scheletro del grande Cymbospondylus, uno dei più grandi ittiosauri mai esistiti. Viveva circa 240 milioni di anni fa quando il nostro territorio era una vasta distesa marina.
Questo rettile marino aveva muso e corpo molto allungati, complessivamente poteva raggiugngere circa 10 m. Viveva in mare aperto e si muoveva poco velocemente con nuoto di tipo ondulatorio flettendo il corpo in modo molto simile alle anguille. Le fauci erano dotate di denti appuntiti; era infatti un animale ittivoro con una dieta soprattutto costituita da ammoniti, seppie, pesci, e piccoli rettili marini che cacciava appostando agguati.
Cymbospondylus, a differenza degli ittiosauri vissuti nel Giurassico, non aveva la pinna dorsale e quella caudale non era bilobata. Le pinne natatorie erano corte rispetto al corpo e servivano per controllare la direzione e fornire stabilità al corpo.