E’ un itinerario più breve che si snoda tra le grotte più note in Italia, in Lombardia e nella bergamasca.
I territori carsici italiani sono stati suddivisi nelle tre categorie di rocce che li costituiscono: calcari, dolomie, gessi. Di ognuna delle categorie sono stati scelti alcuni esempi famosi.
Una carta illustra le situazioni che si possono trovare in Lombardia: sono descritte tre categorie di territori con morfologie superficiali e profonde molto caratteristiche. Le zone carsiche di alta montagna sono sottoposte all’azione diretta delle acque superficiali e del gelo che consente un’azione chimico-fisica intensa. Nelle aree interessate dalle glaciazioni mancano i fenomeni carsici superficiali, obliterati dall’erosione glaciale e successivamente riempiti dagli accumuli glaciali e fluvioglaciali. Nelle zone non interessate dalle glaciazioni sono invece conservate le forme carsiche superficiali e quelle profonde più antiche.
L’itinerario si chiude con i rilievi di tre famose grotte della provincia di Bergamo: il Büs di Tàcoi in Val Seriana, il Buco del Castello in Val Brembana e la Grotta del Forgnone in Valle Imagna. Sono esposti campioni litologici delle formazioni geologiche in cui si aprono queste grotte.
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Recentemente, grazie ad un dono della Società Terme S. Giovanni, questa parte dell’eposizione è stata integrata con un eccezionale campione di calcite concrezionata su travertino proviene dall’area delle Terme di Rapolano in provincia di Siena. Si tratta della porzione di una piccola cavità sotterranea, alta 10-25 centimetri, riempita da concrezioni mammellonari e tondeggianti, forma tipica delle cavità completamente allagate. Le singole stalattiti si sono formate e accresciute su un nucleo costituito da un fusto vegetale. Le concrezioni hanno un colore arancione tenue, giallastro, dovuto principalmente ad una patina di calcare poroso. Sono spesso molto fratturate, forse per fenomeni meccanici, disidratazione, oppure per effetto della struttura cristallina del minerale. La loro formazione è stata probabilmente molto rapida, e mancano gli accrescimenti a strati concentrici tipici delle concrezioni di grotta. In alcuni casi le stalattiti, che tipicamente pendono dal soffitto della cavità, sono spezzate all’estremità.