Bergamasca

Rappresenta il primo nucleo della collezione, risalente al 1862, e comprende reperti di fauna e flora provenienti da tutto il territorio orobico, acquisiti tramite donazioni e campagne di scavo nel corso degli anni. Di particolare importanza l’olotipo della specie vegetale Protopodocarpoxylon dariae.

Leffe
I primi reperti provenienti dall’antico bacino lacustre di Leffe in Val Seriana sono giunti in Museo nel 1865. Lo studio delle specie animali e vegetali scoperte negli affioramenti di lignite ha permesso di ricostruire la storia dell’antico specchio d’acqua che nel Pleistocene inferiore occupava parte della Val Gandino. Sono presenti i resti di mammiferi fossili come Mammuthus meridionalis, Stephanorhinus cfr. etruscus, Megantereon cultridens e varie specie di cervidi, bovidi e roditori rinvenuti nei depositi lacustri. La collezione è ampliata grazie a donazioni e campagne di raccolta.

Giacimenti del Quaternario Bergamasco
Comprende importanti fossili di mammiferi scoperti in varie località bergamasche tra cui: Petosino, Adrara S. Martino, Pianico, Sovere e Pradalunga. Da ricordare i resti di Cervus elaphus, Bison priscus ed Elephas primigenius.

Nel 2001 il museo ha organizzato, con la Soprintendenza Archeologica della Lombardia, uno scavo di emergenza in Val Borlezza per il recupero di un esemplare di Cervus acoronatus perfettamente conservato, intero e in connessione anatomica. Oltre un migliaio di reperti vegetali ed animali sono stati recuperati nella campagna di ricerca.

Varisco Antonio
La collezione è frutto della donazione fatta al Museo da parte del Sig. Antonio Varisco nell’anno 1877. A lui si deve il primo nucleo dell’intera collezione “Paleontologia Bergamasca”, comprendente flora e fauna del territorio di età compresa tra il Triassico e l’Olocene.

Faune Anisiche della Bergamasca
Collezione comprendente principalmente molluschi provenienti da Lenna e Premolo.

Caffi Enrico
La collezione nasce dalle campagne di raccolta svolte dal Museo negli anni ’20 organizzate dall’allora direttore Sac. Dr. Enrico Caffi; comprende resti di vertebrati ed invertebrati del Triassico, Giurassico e Pleistocene.

Rota Matteo
Donazione risalente al 1918 e comprendente vertebrati e invertebrati del Triassico, Giurassico, Eocene e Olocene.

Antropologica
Raccolta cominciata nel 1932 comprende i reperti umani scoperti in numerose località del territorio bergamasco.

Zambelli Rocco
Il materiale raccolto si deve alle ricerche e alle campagne di scavo guidate da Rocco Zambelli conservatore del Museo dal 1960 al 1980.

Zandobbio
Alcuni molluschi e molti mammiferi sono stati scoperti in una cava e in alcune grotte presso Zandobbio. Tra i mammiferi, abbondanti i fossili di Ursus spelaeus oltre ai resti di iena, volpe a vari generi di ungulati.

Valtresa
Contiene resti di mammiferi, soprattutto Ursus arctos e Capra provenienti da una grotta nei pressi di Zogno (Val Brembana).

Cene
Si tratta di una delle più importanti collezioni paleontologiche del Museo, proveniente da una delle più importanti località fossilifere a livello mondiale. Dopo la segnalazione di un primo reperto, ebbero inizio le campagne di scavo condotte dal museo di Bergamo e successivamente l’area fu posta sotto tutela. Nel sito sono stati scoperti i fossili di pesci, rettili marini, terrestri e volanti, crostacei e altri invertebrati: la varietà specifica e il perfetto stato di conservazione dei reperti hanno permesso di ricostruire un ecosistema scomparso da 220 milioni di anni. La scoperta che pose Cene al centro dell’attenzione della comunità scientifica mondiale risale al 1973, quando venne alla luce il fossile perfettamente conservato del più antico rettile volante mai scoperto, Eudimorphodon ranzii, diventato uno dei simboli del Museo. La collezione oggi comprende 348 tra olotipi e paratipi e numerosi esemplari di specie conosciute solo da località bergamasche; campagne di ricerca vengono svolte ogni anno e restituiscono sempre nuovi reperti che vanno ad incrementare la raccolta. Nel 2002 è stato inaugurato il Parco Paleontologico di Cene promosso dal Museo di Bergamo allo scopo di tutelare, valorizzare e far conoscere al pubblico uno dei principali siti paleontologici mondiali.

Malzanni Matteo e Radici Diego
Raccolta di fossili proveniente dal sito di Cene e collezionati da due collaboratori del museo. I reperti sono stati donati al Museo nel corso degli anni ’70 e comprendono alcuni olotipi tra cui i pesci Parapholidophorus nybelini e Gibbodon cenensis, quest’ultimo unico come genere e specie, e il rettile Langobardisaurus pandolfii.

Gervasutti Mario
È una collezione che vanta più di 25.500 reperti donata dal Sig. Mario Gervasutti al Museo tra il 1972 e il 1985. Comprende fossili provenienti da circa ottanta località della Val Brembana, risalenti al Triassico medio, di cui fanno parte numerosi molluschi, altri invertebrati e vari vertebrati. Lo stato di conservazione è ottimo, tanto che alcuni molluschi conservano ancora traccia della originaria ornamentazione cromatica. Lo studio di questi fossili ha permesso la definizione del panorama paleogeografico e tassonomico del Ladinico.

Barbero Carlo
La raccolta è costituita da vertebrati provenienti da giacimenti norici. Tra i fossili presenti i pesci predatori Saurichthys e Birgeria e il paratipo di Dapedium noricum.

Ponte Giurino
La collezione comprende i fossili provenienti dalla località della Valle Imagna nei pressi della Val Brunone. Tutti gli esemplari provengono dalla formazione delle “Argilliti di Riva di Solto” e sono in ottimo stato di conservazione. Il sito è stato scoperto nel 1973 ed è diventato meta di campagne di scavo da parte del Museo. Sono venuti alla luce resti di pesci, crostacei, rettili e insetti tra cui va ricordato il bellissimo esemplare di libellula Italophlebia gervasuttii, che conserva intatto il reticolo disegnato dalle nervature sulle ali. Dal 2001, su iniziativa del museo di Scienze Naturali di Bergamo, il sito della Val Brunone è stato riconosciuto Monumento Naturale.

Fossa Virgilio
L’intera collezione è stata donata al Museo dal Sig. Virgilio Fossa tra 1975 e il 1993. Comprende sia molluschi che vertebrati di età norica e ladinica. L’esemplare di maggiore interesse è l’olotipo del rettile Tanystropheus fossai.

Endenna
La scoperta dei fossili di questa località della Val Brembana si deve ai lavori per la costruzione di un acquedotto che hanno portato alla luce un notevole patrimonio comprendente numerosi esemplari di rettili e pesci. Da ricordare il rettile acquatico Endennasaurus acutirostris. Parte del materiale proveniente da questa località si trova conservato anche presso i musei di S. Pellegrino Terme, Zogno e Milano. Alcuni reperti provengono dalle campagne di scavo condotte dal prof. Tintori dell’Università degli Studi di Milano e cofinanziate dal Museo.

Mora Celeste
Collezione donata dal raccoglitore che ha segnalato nuove località paleontologiche di età toarciana che hanno restituito fossili sia di vertebrati che di invertebrati.

Zorzone
Importante collezione di circa 4.000 reperti tutti provenienti dalla grotta chiamata “Büs di Tri Fradéi”, situata in località Oltre il Colle. Dal 1989 al 1997 sono state condotte campagne di ricerca stratigrafica da parte del Museo che hanno permesso la raccolta di numerosi resti di Ursus spelaeus. La datazione al C14 ha fornito un’età di circa 33.500 anni.

 

Aber Giampiero
Raccolta di vegetali fossili provenienti da nove siti di età carnica del Monte Pora: sono presenti 23 specie e l’ottimo stato di conservazione dei reperti fa di questa collezione la più importante d’Italia per la flora carnica.

Fauna e Flora carnica
La collezione comprende vertebre e costole di placodonte, resti di invertebrati e numerosi fossili vegetali ben conservati. Tutto il materiale ha età carnica e proviene dalle località di Zambla, Oltre il Colle, Gorno, San Giovanni Bianco, Monte Pora e Rogno.

Faune e Filliti del Pliocene bergamasco
La collezione è composta da flora e fauna pliocenica ed è stata acquisita sia tramite campagne di scavo sia grazie ad un’importante donazione della Fam. Rinaldi. Da ricordare i resti di Libralces.

Torri Luigi
La collezione comprende reperti donati nel 1942 dal Sig. Luigi Torri di Caprino Bergamasco e nel 1982 dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano: si tratta di fossili del Retico, dell’Hettangiano e del Lias di varie località del Monte Albenza.

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