Garbari F. – La scomparsa delle specie vegetali in Italia, aspetti biologici della conservazione. 696.12 Kb
La giornata di studio dedicata al ruolo degli Orti Botanici nella tutela della diversità vegetale si inserisce nella serie di numerose ed importanti manifestazioni che su questo tema sono state realizzate in Italia nel 1995. Dopo aver messo in evidenza, con alcuni esempi, il decremento o la scomparsa di diverse specie sul territorio nazionale o in ambito regionale, l’Autore richiama la necessità che i criteri per definire le categorie delle piante in pericolo siano di tipo scientifico, anche se possono essere condivisi altri tipi di giustificazioni, etiche ed estetiche. Viene poi discusso il concetto biologico di rarità e l’urgenza di una revisione delle categorie utilizzate finora, sulla base di un recente documento pubblicato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (I.U.C.N.). Viene infine auspicato un sempre più intenso impegno nello studio biosistematico e floristico del patrimonio vegetale nazionale, per la quale gli Orti Botanici devono essere disponibili ed attrezzati.
Marchiori S. – Lo stato attuale della conservazione del patrimonio vegetale in Italia. 374.72 Kb
Lo stato di conservazione del patrimonio vegetale italiano non può essere considerato soddisfacente. Nonostante l’istituzione di molte aree protette (445) e la prospettiva di un loro prossimo incremento non siamo in grado di affermare che la biodiversità vegetale sia sufficientemente tutelata. Le cause sono molteplici: modalità di istituzione e di gestione delle aree protette, carenze legislative, scarso interesse del mondo politico e, a volte, insufficiente impegno del mondo scientifico. Una recente indagine, infatti, mette in luce come i botanici siano scarsamente coinvolti negli organi di gestione e nei comitati tecnico-consultivi delle aree protette. Una normativa nazionale, una legge “quadro”, sulla conservazione del patrimonio vegetale, ed un maggior impegno di tutti, potrebbero ovviare a questo stato di cose.
Blasi C., Venanzoni R. – La conservazione degli habitat secondo la direttiva 92/43 dell’Unione Europea. 243.33 Kb
Bedini G. – I progetti degli Orti Botanici italiani per la conservazione del patrimonio vegetale. 686.12 Kb
Gli orti botanici italiani hanno rivolto la loro attenzione sulle problematiche legate alla conservazione delle piante a partire dagli anni 80, sulla base delle istanze avanzate in questo contesto dalle organizzazioni internazionali, in particolare dalla IUCN. Collezioni, liste di semi in scambio e programmi didattici sono stati da allora ricalibrati in funzione delle esigenze e della conservazione, mentre il Gruppo di Lavoro per gli Orti Botanici e i Giardini Storici della Società Botanica Italiana ha svolto un efficace ruolo di referente istituzionale nei confronti dei coordinamenti degli Orti Botanici di altre nazioni e delle istituzioni internazionali. L’impegno degli Orti Botanici in questo settore è esemplificato da due progetti presentati all’U.E., uno su scala nazionale, il secondo su scala europea. Vengono infine illustrati gli impegni che gli Orti Botanici del nostro paese saranno chiamati ad adempiere nei prossimi anni.
Del Prete C. – Orti Botanici e gestione del territorio. 474.72 Kb
Vengono presentati e commentati i dati disponibili circa le attività di programmazione e gestione territoriale svolte dagli Orti Botanici universitari italiani. Particolare accento viene posto sul ruolo di interazione che gli Orti Botanici devono avere con gli enti preposti alla gestione del territorio, con le amministrazioni locali e con le associazioni di volontariato.
Rinaldi G. – Progetti di reintroduzione a livello locale del Giardino Botanico di Bergamo. 717.52 Kb
Tre progetti del Giardino Botanico di Bergamo sono attualmente dedicati alla reintroduzione in natura di Osmunda regalis L., specie minacciate a livello locale, Liparis loesellii L.C. Rich., status Minacciata, Lycopodiella inundata (L.) Holub, status Vulnerabile. Iprogetti dedicate alle ultime due specie sono ancora in fase iniziale di realizzazione, mentre il progetto relativo a Osmunda regalis è in avanzata fase di attuazione. Nel presente sono descritti gli obiettivi del progetto, le fasi di realizzazione, le caratteristiche dei siti di reintroduzione, le attività educative e divulgative rivolte al pubblico.
Tosca A. – Colture in vitro per la conservazione del patrimonio vegetale naturale. 464.72 Kb
Le colture in vitro sono tecniche che si stanno velocemente affermando per propagare specie minacciate da reintrodurre in ambiente. La scelta della tecnica, germinazione di semi e spore o clonazione, deve essere valutata sulla base della variabilità genetica della popolazione. Infatti la sopravvienza di una specie dipende dall’adattamento a lungo termine permesso da un livello minimo di variabilità nell’ambito della popolazione. Le moderne tecniche di genetica molecolare permettono di ottenere informazioni sulla variabilità genetica e perciò, permettono una più oculata scelta delle strategie di intervento. Infatti, se come regola generale la clonazione va evitata, ci sono situazioni in cui la variabilità esistente è già notevolmente depauperata, come nel caso di deriva genetica o collo di bottiglia, cosicchè incrementare il numero di individui significa permettere alla mutazione e alla selezione naturale di creare nuova variabilità e aumentare le possibilità di adattamento e quindi di sopravvivenza a breve e anche a lungo termine.
Minuto L. – Attività per la conservazione del patrimonio vegetale ligure nell’Orto Botanico di Genova. 504.72 Kb
L’Orto Botanico di Genova svolge da alcuni anni alcune attività atte alla conservazione del patrimonio vegetale ligure. Fondamentali sono tutte le attività sul territorio collegate all’elaborazione dell’Index Seminum e la ricostruzione di piccoli ambienti all’interno dell’Orto per la conservazione ex situ di esemplari vivi di specie minacciate. Progetti futuri auspicano un potenziamento delle attività conservazionistiche per la soluzione e la divulgazione di problematiche legate a modificazioni di ambienti della regione.
Calvo E. – Iniziative di ricerca e conservazione del patrimonio forestale lombarde. 394 Kb
Il presente lavoro illustra le iniziative sviluppate in Regione Lombardia per la ricerca, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio genetico specifico dei popolamenti forestali della regione. L’autore illustra principi, scopi, modalità e risultati del lavoro svolto, il cui fine è la selezione di popolamenti arborei ed arbustivi autoctoni per il reperimento di materiale di propagazione di base. Da questo verrà prodotto postime vivaistico di sicura provenienza ed idoneità per una corretta realizzazione degli interventi di recupero ambientale e di riqualificazione ecologica. Ad oggi, sulla base delle valutazioni di un centinaio di popolamenti, ne sono stati selezionati 38 rappresentativi di 9 regioni ecologicamente omogenee, da questi sono state prelevate le sementi per condurre specifiche analisi di laboratorio e indagini sul materiale discendente propagato. Viene segnalato infine l’avvio di uno specifico progetto per valutare la variabilità genetica della specie del genere Quercus, con particolare riferimento alla Farnia, alla Rovere ed ai loro presunti ibridi.
Tomei P.E. – La torbiera di S. Lorenzo (Toscana- TU): un esempio di conservazione in situ. 223.32 Kb
L’autore illustra le iniziative perse all’Orto Botanico di Lucca per la conservazione di una torbiera a Sphagnum e della sua flora, posta ai piedi dei Monti Pisani, in provincia di Lucca.
Camoletto Pasin R., Dal Vesco G. – Dalla conoscenza alla coscienza- Il ruolo di Orti e Giardini Botanici nella divulgazione delle moderne problematiche protezionistiche. 394 Kb
L’utilità dei Giardini Botanici per la protezione della flora è sempre stata oggetto di accese dispute, ma oggi esistono moderne linee-guida per una corretta impostazione di divulgazione e ricerca.
Profumo P. – Studio e conservazione di specie endemiche ed esotiche nei Giardini Hanbury. 263.32 Kb
I Giardini Botanici Hanbury sono un giardino mediterraneo di acclimatazione dove vengono condotte ricerche e studi per la conservazione ex situ di specie endemiche ed esotiche rare. La relazione con partners europei permette di aggiornare continuamente le tecniche usate. Quale giardino in territorio turistico presenta molte difficoltà di gestione per l’elevato numero di visitatori, non sempre interessati alla conoscenza del mondo botanico. Per questa ragione risulta difficile l’elaborazione di una didattica appropriata.
Maugeri G., Di Benedetto L. – Conservazione del patrimonio vegetale nel verde urbano. 223.32 Kb
In questa nota viene evidenziato il ruolo che può avere il verde delle nostre città nella conservazione del patrimonio vegetale. Tale conservazione non deve limitarsi alla sola salvaguardia e tutela del patrimonio esistente – per il suo valore specifico, storico e culturale – ma comprende anche l’allevamento extra situ di essenze vegetali autoctone, endemiche, di particolare interesse, rare o minacciate.
Minuto L., Paola G. – Motivazioni per l’istituzione di nuovi Orti Botanici- Il caso di Savona. 394.72 Kb
L’Orto Botanico è diventato oggetto di grande interesse da parte del mondo scientifico e della cultura. Questa struttura manifesta potenzialità nuove nella sua azione per la conservazione del patrimonio vegetale di un territorio. Bisogna quindi abbandonare l’antica concezione dell’Orto Botanico quale museo e capire che esso, invece, è oggi complesso capace di intervenire fuori dalle proprie mura, direttamente in natura. Rimane fondamentale la finalità didattica dell’Orto Botanico, che però deve essere perseguita con nuove strategie più attuali ed efficaci.
Di Stefano C., Grillo M., Grillo R., Poli Marchese E., Romano E., Tirrò A. – Fenomeni di deperimento nella cenosi di faggio del Giardino Nuova Gussonea dell’Etna. 344.72 Kb
Si riferisce sui risultati di un indagine condotta nel’area del giardino botanico Nuova Gussonea, sito sulle pendici dell’Etna a 1700 m s.l.m., allo scopo di conoscere le cause di deperimento e di moria di individui di Faggio ubicati nella cenosi impiantata in uno dei settori più significativi del giardino. A tal proposito sono state condotte osservazioni in campo e saggi di laboratorio. Dagli isolamenti effettuati dalla matrice infetta sono state ottenute colture ascrivibili alla specie fungina Heterobasidion annosum e in qualche caso ad Armillaria mellea “sensu lato”. I dati ottenuti consentono di indicare H. annosum quale principale agente causale delle alterazioni. A conclusione vengono indicate alcune misure di lotta e prevenzione da adottare per la salvaguardia dell’intera cenosi.
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