Presso uno degli ingressi della sala dedicata agli invertebrati, precisamente provenendo dalla sala Mammiferi, un breve excursus dedicato alla storia del pensiero scientifico introduce allo spazio dove è allestito l’”Albero della vita”, una ricostruzione tridimensionale delle relazioni di parentela che legano gli organismi viventi secondo la teoria dell’evoluzione formulata da Charles Darwin.
Il modello tridimensionale permette di cogliere immediatamente, in modo visivo, come tutte le forme animali, viventi ed estinte, derivino da un antenato comune, di scoprire, in base alla loro posizione sull’Albero, il grado di parentela che tutte le lega e di osservare, nei punti di biforcazione dei rami, la formazione dei gruppi sistematici secondo la teoria dell’evoluzione.
Brevi filmati ed immagini di forme animali proiettati accanto all’Albero consentono di conoscere i gruppi sistematici, la loro consistenza in numero di specie presenti in Italia e nel mondo e di ammirarne la molteplicità e diversità delle forme.
La parte successiva della sala è dedicata esclusivamente agli invertebrati che comprendono la stragrande maggioranza delle specie animali viventi con un’enorme varietà di forme, colori e adattamenti. Lo spazio espositivo è organizzato secondo criteri tematici per invitare alla conoscenza di questi incredibili animali sollecitando curiosità e interesse.
Due vetrine disposte quasi a simulare un ingresso espongono due modelli riproducenti in scala fortemente ingrandita un acaro Oribatide e Allegrettia tacoensis, un minuscolo coleottero adattato alla vita in grotta. L’elevatissimo livello di precisione scientifica con cui i modelli sono stati realizzati fin nei minimi particolari suscita meraviglia e curiosità invitando a procedere nel percorso espositivo.
La molteplicità di forme e colori caratteristica degli invertebrati e soprattutto degli Insetti è ben rappresentata dagli esemplari preparati a secco ed esposti in scatole entomologiche all’interno di tre ampie vetrine disposte a parete. Sono soprattutto Lepidotteri e Coleotteri che, con forme particolarmente gradevoli alla vista, sono oltremodo efficaci per cogliere la biodiversità nelle sue molteplici espressioni. Non mancano esempi di specie “aliene” ovvero non proprie della nostra fauna, recentemente giunte in Italia con conseguenti ripercussioni sulle specie locali e talvolta, come nel caso della zanzara tigre, della cimice asiatica ecc., anche sull’uomo e sulle sue attività produttive. Sono poi esposti alcuni esemplari appartenenti a specie “endemiche” viventi cioè esclusivamente in ambienti limitati del nostro territorio e quindi di particolare significato scientifico.
Agli insetti è anche dedicato un approfondimento sul ciclo di sviluppo, visualizzato con grandi modelli, disposti a parete, degli stadi attraversati da Papilio machaon nella trasformazione da uovo a adulto. Preparati a secco consentono inoltre di osservare la varietà delle specializzazioni degli apparati boccali, delle antenne, delle ali e delle zampe caratteristici dei vari ordini di insetti.
Due spazi della sala stimolano poi la curiosità verso la diversità comportamentale degli insetti. Un particolare allestimento, realizzato al centro della sala, riproduce l’organizzazione di un formicaio popolato da una colonia di Messor barbarus. Nella parte verticale, riproducente la parte sotterranea del formicaio, si osservano le formiche muoversi, trasportare semi, spostare le uova deposte dalla regina, accudirle, trasportare i rifiuti da portare fuori dal formicaio. Nella parte orizzontale, che riproduce l’esterno del formicaio, le formiche si abbeverano, raccolgono semi e conferiscono gli scarti provenienti dall’interno. Le due parti sono collegate da un tubicino di plastica trasparente in cui è facile osservare l’andirivieni delle formiche dall’esterno all’interno e viceversa. È uno spazio “vivo” che permette di conoscere direttamente la vita e l’organizzazione degli insetti sociali.
Un secondo spazio ospita esemplari vivi di insetti stecco e insetti foglia che permettono di cogliere in modo immediato e visivo il significato del fenomeno del mimetismo che consente agli insetti di sfuggire ai predatori grazie alla forma, del tutto simile ai rami o alle foglie, e ai movimenti lenti assimilabili a quelli di parti di un vegetale mosse dal vento.
Un approfondimento è poi dedicato al baco da seta (Bombyx mori) la farfalla il cui allevamento, nel 1800 e nei primi anni del ‘900, ha fortemente caratterizzato l’economia della provincia di Bergamo modificandone l’assetto sociale e territoriale. In quel periodo moltissime persone, soprattutto donne, trovarono impiego nell’allevamento dei bachi e nella trattura e filatura della seta. Il gelso, pianta nutrice dei bachi, venne introdotto abbondantemente, soprattutto nelle zone di pianura, divenendo caratteristica essenziale del paesaggio di gran parte del territorio provinciale.
Nei pannelli didascalici viene ripercorsa questa importante pagina della nostra storia ed illustrato il ciclo di sviluppo della farfalla, mentre un allestimento tattile consente di toccare con mano il filo di seta nelle diverse fasi di lavorazione e diversi campioni di tessuti da esso derivati. Nei mesi estivi è organizzato un piccolo allevamento di bachi da seta dall’uovo, ai vari stadi larvali fino alla “salita al bosco” con l’imbozzolamento e il successivo sfarfallamento degli adulti.
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