Sala Geologia bergamasca

La sala illustra i principali eventi geologici che hanno interessato il territorio bergamasco nel corso di centinaia di milioni di anni; le vetrine guidano in un immaginario viaggio nel tempo dall’era Paleozoica ai giorni nostri. Una vetrina introduttiva descrive le caratteristiche del territorio orobico; un plastico mette in evidenza le principali strutture geologiche di differenti età ed evoluzione. La storia geologica è narrata in ordine cronologico e ogni vetrina è riferita ad un singolo periodo di cui vengono spiegati i principali avvenimenti geologici; le fotografie dei paesaggi delle nostre Alpi, mostrano l’attuale morfologia delle formazioni rocciose; i campioni esposti rappresentano le rocce, i minerali e i fossili più caratteristici dei vari periodi geologici.

Paleozoico

PRE – CARBONIFERO: le rocce di questo antico periodo (più di 300 milioni di anni fa), hanno subito un intenso metamorfismo che ha cancellato la maggior parte dei fossili e delle strutture originali. Le formazioni rocciose sono costituite soprattutto da gneiss, micascisti, filladi e rare intrusioni di rocce eruttive e affiorano nella parte settentrionale delle Orobie in prossimità della Valtellina. Alla fine del periodo Carbonifero, il territorio orobico era emerso e pianeggiante.

PERMIANO: intorno ai 250 milioni di anni fa, il territorio bergamasco centrale e meridionale è ancora emerso e interessato da una intensa attività vulcanica, mentre la parte settentrionale è sommersa dalle acque. I fossili sono molto rari; da ricordare le impronte di zampe di rettili e anfibi, le tracce di vermi e le impronte di gocce d’acqua lasciate sull’antica spiaggia. Verso la fine del periodo cessa l’attività vulcanica e i sedimenti trasportati dai fiumi colmano l’antico bacino; il territorio è nuovamente emerso e pianeggiante. Le rocce di questo periodo, in prevalenza rocce vulcaniche, arenarie e conglomerati, si possono oggi osservare nella fascia più settentrionale del territorio bergamasco.

Mesozoico

TRIASSICO: il periodo è caratterizzato da un’alternanza di cicli con acque basse e calde, in cui si formano grandi scogliere coralline, e momenti di emersione in cui le scogliere scompaiono. Verso la fine del periodo il territorio bergamasco è coperto da un mare caldo tropicale con estese scogliere. Tra una scogliera e l’altra rimangono delle lagune dove l’acqua tende a ristagnare rimanendo priva di ossigeno; in queste lagune i resti degli organismi possono conservarsi perfettamente allo stato fossile come è avvenuto a Cene, Zogno e Berbenno (i fossili di queste località sono esposti nella sala “Bergamo…220 milioni di anni fa”). Le rocce di questo periodo, ricche di fossili, sono in prevalenza calcari e dolomie (le antiche scogliere), marne, arenarie e argilliti nerastre. Oggi costituiscono la parte principale e centrale delle montagne della bergamasca e sono sede di ricchi giacimenti minerari che nel passato hanno costituito un’importante risorsa economica per le comunità montane.

GIURASSICO: il territorio inizia a sprofondare e sul fondo si formano fosse profonde dove sedimentano fanghi calcarei e selci. Alla fine del periodo il fondo è pianeggiante e l’acqua piuttosto profonda. Le rocce di questo periodo sono per lo più selci e calcari con selce e affiorano in prossimità del M. Albenza, Canto Alto, Misma e Bronzone.

CRETACEO: inizialmente le condizioni sono le stesse del Giurassico e si depositano calcari chiari. Circa 100 milioni di anni fa iniziano ad innalzarsi le Alpi: i torrenti portano grandi quantità di materiale nel mare che ancora ricopre le Orobie meridionali, formando enormi depositi torbiditici. Iniziano a depositarsi argilliti, marne e arenarie. Oggi queste rocce formano la fascia meridionale delle Orobie compresi i colli della città di Bergamo.

Cenozoico

All’inizio dell’era cenozoica (circa 65 milioni di anni fa), sul fondo del mare che ancora ricopre le Orobie meridionali, si depositano fanghi calcarei chiari. Continuano le spinte di innalzamento della catena alpina e, alla fine, tutto il territorio bergamasco emerge. Intorno a 5 milioni di anni fa, la pianura viene nuovamente sommersa dal mare e questa situazione persiste fino all’inizio dell’era successiva. Le rocce che si sono formate in questo periodo sono calcari chiari, dioriti e porfiriti, argille. Oggi sono coperte dalle alluvioni della pianura.

Con l’inizio del Quaternario, a partire da 2 milioni di anni, fa il mare lascia la pianura e si ritira fino alle attuali spiagge. I fiumi ricoprono la pianura con uno spesso manto di ghiaie. In alcune valli si formano pantani e laghetti con sedimenti ricchi di fossili: ne è un esempio il bacino lacustre di Leffe da cui proviene la mandibola con zanne di un giovane Mammuthus meridionalis. Sono esposti anche fossili di antichi bisonti e rinoceronti. In questa fase le rocce sono prevalentemente argilliti lacustri e conglomerati fluviali. E’ il periodo geologico delle grandi glaciazioni, e i ghiacciai scavano profondi solchi tra i monti, oggi occupati dai laghi di Lecco, Endine ed Iseo.

Il plastico geologico

Al centro della sala si trova il grande plastico, in scala 1:25.000, che mostra con colori diversi le rocce dei vari periodi geologici che affiorano nel territorio orobico. Ogni colore corrisponde ad un gruppo di formazioni rocciose di età omogenea. Le rocce più antiche, dell’era Paleozoica, affiorano nella parte settentrionale del territorio; si tratta di rocce metamorfiche, argilliti e arenarie e conglomerati. 

La porzione centrale delle Orobie, che rappresenta la parte prinicipale di queste montagne, è caratterizzata dalle rocce di età triassica, per lo più calcari e dolomie. Nella parte meridionale affiorano rocce giurassiche e cretacee; le rocce giurassiche sono in prevalenza calcari e calcari con selce, le cretacee sono marne, calcari e argilliti. Le rocce dell’era Cenozoica, affiorano sporadicamente nella pianura (ghiaie e sabbie) mentre l’era Neozoica è rappresentata dalle alluvioni, che ricoprono l’intera pianura.

Il tavolo di marmo

Il tavolo rotondo al centro della sala, opera dello scultore Josuè Meli di Luzzana (Val Cavallina), è stato realizzato in marmo bianco di Carrara nel 1878 e ha incastonati ciottoli tagliati e levigati raccolti sulle sponde dei fiumi Oglio e Cherio (Val Cavallina e Val Camonica). Il tavolo è stato donato al Comune di Bergamo e poi al Museo.

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