Il 15 dicembre del 1995, in occasione della Festa di Santa Lucia, il Museo ha inaugurato un nuovo spazio espositivo interamente dedicato ai Dinosauri.
E dopo oltre venticinque anni il protagonista indiscusso di questo spazio è ancora la replica di Allosaurus fragilis il cui scheletro, montato osso per osso dal personale dell’Istituto, troneggia al centro della sala attirando gli sguardi incuriositi di grandi e piccoli.
Il Museo ha acquistato questo calco da una ditta specializzata americana che l’ha realizzato partendo da un esemplare scoperto presso uno tra i più conosciuti giacimenti americani famosi per la scoperta di resti fossili di Dinosauri.
Siamo nel sito di Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry in un’area dello Utah dove affiora la Formazione di Morrison ovvero una successione di rocce sedimentarie, del Giurassico superiore (circa 155-145 mil. di anni fa), all’interno dei cui strati si sono conservati moltissimi resti di grandi Teropodi e in particolar modo di Allosauridi. Presso questo sito l’attività di ricerca è iniziata ben oltre 100 anni fa; gli scavi proseguono ancora oggi e visto il numero sorprendente di scoperte fatte, nuove attività di ricerca vengono condotte per cercare di dare una spiegazione al fatto che in un’area relativamente piccola si siano accumulati i resti di così tanti Dinosauri. Alcune teorie suggeriscono che i dinosauri siano morti in concomitanza di una grave siccità o perchè intrappolati nel fango denso presente nel sito. Un’altra ipotesi è che quest’area sia stata caratterizzata da diversi eventi che avrebbero portato i dinosauri sul sito, vivi o morti, in tempi diversi o addirittura che si siano accumulati gli uni sugli altri a causa di una grande alluvione.
Gli Allosauri, riconoscibili per il tratto distintivo delle piccole “creste” poste poco sopra e davanti agli occhi, sono i carnivori giurassici meglio conosciuti visto appunto le numerosissime scoperte ad essi riferite. Potevano superare i 10 metri di lunghezza ed arrivare a pesare anche oltre 1,5 tonnellate; alcuni resti incompleti hanno addirittura fatto ipotizzare che potessero esistere Allosauri molto più grandi con dimensioni simili a quelle dei Tirannosauri anche se, rispetto a questi ultimi, con uno scheletro meno massiccio.
Gli studi condotti sui numerosi ritrovamenti fatti in America e in Europa riferiti ad esemplari lunghi da 1 ad oltre 11 metri, hanno permesso di stilare un elenco delle malattie che hanno lasciato traccia sulle ossa fossilizzate di questi Dinosauri e perfino di ricostruirne i ritmi di crescita: Allosaurus raggiungeva la maturità in 13-19 anni e poteva vivere fino a un’età di 22-28 anni.
Osservando lo scheletro di un animale si possono capire molte cose sul suo stile di vita: nel caso dell’Allosauro appare chiaro, osservando gli artigli e i denti aguzzi, che si trattava di un feroce predatore. La bocca era munita di denti ricurvi e seghettati come lame di coltelli. Secondo alcuni studiosi questa poteva essere enormemente spalancata e utilizzata per colpire come una mazza dentata; in questo modo Allosaurus, con ripetuti colpi, sarebbe stato in grado di infliggere estese ferite che avrebbero debilitato prede anche molto più grandi di lui come i grandi Dinosauri erbivori dal collo lungo.
Negli anni molte informazioni sono state scoperte su Allosaurus fragilis anche se ad oggi non esistono prove certe del fatto che cacciasse o vivesse in gruppo; l’abbondanza di scheletri rinvenuti nella Formazione Morrison suggerisce però che incontri ravvicinati tra individui di questa specie dovevano avvenire di frequente. I segni di morsi e ferite riscontrati su vari scheletri e l’elevato tasso di mortalità tra i giovani suggeriscono inoltre che questi incontri dovevano essere tutt’altro che amichevoli.
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