I reperti collezionati dall’esploratore bergamasco Costantino Beltrami presentano un’importanza eccezionale in quanto sono tra i pochi presenti al mondo con data e luogo ritrovamento certi e testimoniano oggetti rituali e d’uso di un leggendario popolo che nel corso degli ultimi duecento anni ha subito immani soprusi. Video di introduzione al nuovo allestimento “Il sogno di un Nuovo Mondo”.
Gli oggetti esposti costituiscono parte di quanto raccolto nel suo viaggio alla scoperta delle sorgenti del Mississippi nella regione che oggi ritroviamo sulla cartina del Minnesota come Beltrami County ed il lago da lui chiamato Giulia, come il grande amore della sua vita, continua a testimoniare il suo passaggio.
Questa sezione espositiva è dominata dalla grande tela raffigurante lo stesso Beltrami in piedi sulla canoa, realizzata da Enrico Scuri nel 1861 sei anni dopo la scomparsa dell’esploratore.
Egli è qui immortalato con indosso il cappotto che gli Indiani gli avevano confezionato e il famoso ombrello rosso, che lo rendeva facilmente riconoscibile anche da lontano. Alle sue spalle si intravedono arco, frecce e faretra. Ogni oggetto è stato fedelmente ripreso dai cimeli della collezione, mentre i tratti somatici sono del tutto immaginari.
Tra i reperti più rappresentativi sono da segnalare i due tamburi da medicina, sulla superficie dei quali vengono raffigurati in modo molto suggestivo una figura antropoide, irraggiante energia dal proprio corpo, ed un volto posto al centro dei quattro punti cardinali.
Altri oggetti rituali di grande importanza sono rappresentati da strumenti a fiato da corteggiamento e pipe con il fornello in catlinite, sempre rigorosamente esposto staccato dal suo cannello, come vuole l’usanza Sioux.
Non manca una ricca rappresentanza delle armi utilizzate per la caccia: archi, frecce varie per prede diverse, faretre e mazze, tra queste ultime quella realizzata a forma di calcio di fucile testimonia il contatto avvenuto con l’uomo bianco.
Tra gli oggetti d’uso comune si osservano una banda di pelle decorata ed una decorazione, forse per culla, che evidenziano la perizia con cui gli Indiani Nordamericani lavoravano e decoravano la pelle. Questa loro particolare bravura è osservabile anche nei diversi capi d’abbigliamento esposti: mocassini a suola morbida, cintura a fascia, un perizoma e un paio di gambali di piccola taglia, tutto in pelle con piacevoli decorazioni a ricamo e motivi ornamentali in aculei di porcospino colorati. A riprova della notevole versatilità nella lavorazione di questo materiale è presente anche il cappotto, su modello europeo e con spalline di tipo militare, realizzato in pelle di cervo wapit e decorato con colori naturali. Riccamente rappresentati sono i manufatti in corteccia di betulla, materiale molto in uso tra le popolazioni nordamericane, soprattutto per la fabbricazione di contenitori, talvolta decorati con belle pitture o incisioni.
Alcuni oggetti, talora di elegante fattura e sempre di notevole interesse sebbene non numerosi, completano l’esposizione dei reperti americani. Sono manufatti provenienti dal Sudamerica, in particolare dalla Pampa, Patagonia e Gran Chaco, facenti parte delle Collezioni Zineroni e Borra della seconda metà dell’ 800.
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