Straordinaria collezione legata ad una delle più importanti località fossilifere triassiche a livello mondiale. La scoperta di questo sito è avvenuta nel 1965 in seguito ad una frana che ha interessato le pendici del Monte Bue presso Cene, in Val Seriana. Dopo la segnalazione di un primo reperto scoperto da don Antonio Canova, a partire dagli anni ’70 iniziarono le campagne di ricerca a cura del Museo. Negli anni ’90 le campagne di scavo stratigrafico furono svolte in modo sistematico restituendo numerosi reperti che hanno incrementato la collezione. La fauna fossile scoperta a Cene, frutto di oltre 40 anni di attività di ricerca, costituisce un importante tassello nella storia dell’evoluzione dei Vertebrati: la varietà specifica e il perfetto stato di conservazione dei reperti hanno permesso di ricostruire un ecosistema ormai scomparso. Le rocce che caratterizzano quest’area appartengono alla formazione del Calcare di Zorzino e si sono formate 220 milioni di anni fa nel Triassico superiore (Norico) quando il nostro territorio corrispondeva ad una vasta distesa d’acqua: il sito di Cene è ciò che rimane di un’antica laguna con acque calde e poco profonde, delimitata tra le scogliere, caratterizzata a tratti da pozze anossiche. L’eccezionalità dei ritrovamenti ha portato nel 2002 alla costituzione del Parco Paleontologico di Cene per tutelare, valorizzare e far conoscere questo Geosito di interesse mondiale.
La prima scoperta che pose Cene al centro dell’attenzione della comunità scientifica mondiale risale al 1973, quando venne alla luce il fossile perfettamente conservato del più antico rettile volante mai scoperto fino ad allora, Eudimorphodon ranzii, diventato uno dei simboli del Museo.
Negli anni sono stati scoperti numerosissimi pesci ben distinti in prede e predatori, rettili marini, terrestri e volanti, numerosi generi di crostacei ed altri tipi di invertebrati. La collezione comprende oltre 330 tra olotipi e paratipi, ovvero reperti sui quali si basa la descrizione di una specie, e quindi unici al mondo.
Tra i fossili più rappresentativi dal punto di vista scientifico ricordiamo Vallesaurus cenensis, piccolo rettile arboricolo, ancora oggi unico esemplare scoperto di questa specie.
Ma siamo certi che ci attendono nuove eccezionali scoperte! Il materiale paleontologico raccolto a Cene negli ultimi anni infatti, costituito da alcune centinaia di lastrine, è custodito nei depositi del museo pronto per essere preparato e studiato da ricercatori e specialisti di tutto il mondo.
Donazioni di privati, integrano i materiali raccolti dal Museo legati al sito paleontologico di Cene come Achaeopalinurus levis, la più antica aragosta, il cui olotipo è stato donato nel 1971 da Gianluigi Nozza.
Degna di nota la raccolta donata negli anni ’70 da Matteo Malzanni e Diego Radici che comprende complessivamente oltre 350 reperti tra cui alcuni olotipi come il pesce picnodonte Gibbodon cenensis, quest’ultimo unico al mondo come genere e specie, e il rettile terrestre Langobardisaurus pandolfii.
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