Mario Gervasutti era un appassionato ed attento raccoglitore amatoriale: era solito corredare ogni reperto dei preziosi dati di raccolta ed era anche un abile preparatore in grado di evidenziare i resti fossili rispetto alla matrice rocciosa entro cui erano inglobati. La sua collezione comprende oltre 5.000 fossili studiati e catalogati ed altri 25.000 esemplari in attesa di studio. L’attività di Gervasutti si svolse tra gli anni ’70 ed ’80 e costituisce un esempio di ricerca condotta con scrupoloso rigore. La collezione comprende fossili provenienti da circa 80 località del Triassico medio e superiore, di cui fanno parte moltissimi invertebrati, vertebrati fossili raccolti in Valle Imagna quali Gornogomphodon caffii e Psephoderma alpinum, e resti vegetali quali Equisetites arenaceus risalenti al Carnico e scoperti presso Zambla (Oltre il Colle). Di particolare rilievo gli invertebrati ladinici della Val Parina il cui studio ha portato alla descrizione di nuove famiglie, generi e specie.
I fossili della Val Parina comprendono gasteropodi, cefalopodi, pochi brachiopodi e coralli tutti provenienti da strati di calcare della Formazione di Esino. L’antico ambiente che circa 200 milioni di anni fa ha favorito la formazione di queste rocce era un tratto di mare aperto con acque calde, limpide e non troppo profonde.
Lo stato di conservazione dei reperti è ottimo tanto che alcuni molluschi conservano ancora traccia della originaria ornamentazione cromatica. Gli studi condotti negli anni ’90 sulle ammoniti hanno permesso di descrivere 25 specie ed alcuni nuovi generi. Le ammoniti sono di fondamentale importanza per la datazione dei corpi rocciosi dell’era mesozoica: da qui emerge la straordinaria opportunità di studio fornita da questa ricca raccolta nell’ambito della stratigrafia di dettaglio del Calcare di Esino.
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