Nella primavera-estate del 2001 in Valle Borlezza, nei pressi dell’abitato di Sovere e del lago d’Iseo, l’attività di ricerca paleontologica condotta dal Museo ha permesso il recupero di un magnifico esemplare di Cervus acoronatus, specie estinta da circa 500.000 anni. Quest’esemplare è spettacolare: si tratta di un maschio adulto di un’età superiore ai quattro anni, dotato di un imponente palco con due pugnali terminali. Proprio quest’ultima caratteristica ha favorito la determinazione di questa specie di Cervus oggi estinta: Cervus acoronatus, ovvero “senza corona”, rispetto al cervo attuale non presentava infatti palchi che terminavano con tre o più punte (pugnali) che insieme creano una struttura all’apice detta propriamente corona.
Lo scheletro fossile è stato scoperto disteso in perfetta connessione anatomica, non presenta tracce che fanno supporre ad attività predatoria, è pressoché completo ed intatto nella giacitura originale; sicuramente ignota la causa della morte di questo animale, possiamo però affermare che l’esemplare sia scivolato sul fondo di uno specchio d’acqua nel periodo appena precedente alla stagione invernale. Durante la copertura glaciale i sedimenti che inglobavano i resti del Cervo hanno subito forti pressioni che hanno causato la frattura del cranio che però è intero e presenta entrambe le arcate dentarie complete. Le sole ossa mancanti sono quelle erose dal Torrente Borlezza prima dell’intervento di recupero, e riguardano per fortuna solo la parte terminale del piede della zampa destra e una parte del palco destro. La straordinarietà di questa scoperta è anche legata al fatto di essere l’unico scheletro completo di Cervus acoronatus noto, ad oggi, in Italia.
Durante la campagna di ricerca sono stati scoperti altri 1500 reperti paleontologici per lo più costituiti da resti vegetali quali semi, foglie e rami, nonché insetti e resti di piccoli mammiferi. Tutti i reperti sono stati rinvenuti nei fini sedimenti di un antico lago, oggi completamente prosciugato ed eroso dal torrente Borlezza, in un contesto che i geologi chiamano Bacino di Pianico – Sèllere. Monti, laghi, ghiacci, animali e foreste, queste sono le suggestioni inaspettate scaturite dalla ricerca e dallo studio geologico che hanno documentato in questo tratto di Val Borlezza, non solo la vita, ma anche il clima e l’ambiente nel Pleistocene medio (circa 720.000 anni fa).
Al centro della sala dedicata al Bacino di Pianico – Sèllere è custodito in uno scrigno di cristallo lo scheletro del cervo posto in piano e parzialmente inglobato nell’originale matrice rocciosa. Questo allestimento, inaugurato nel 2012, è stato preceduto da un lungo periodo che ha impegnato il personale del Museo nel lavoro di preparazione dell’intero scheletro fossile: dopo una necessaria iniziale disidratazione dei blocchi di roccia, che ancora inglobavano quasi totalmente i resti del cervo, si è proceduto con la preparazione e il consolidamento delle parti scheletriche fossilizzate e degli stessi blocchi rocciosi.
A lavoro quasi ultimato, nell’arco di alcuni mesi, i visitatori del Museo hanno potuto assistere in diretta ad alcune fasi di preparazione grazie ad un laboratorio di paleontologia appositamente costruito ed allestito lungo il percorso espositivo del Museo. Un’opportunità unica questa che, non senza qualche difficoltà organizzativa, ha concesso ai tanti fruitori la possibilità di vedere gli specialisti del Museo nel pieno delle attività che quotidianamente svolgono lontano dagli occhi dei visitatori, nel dietro le quinte dell’Istituto, e l’opportunità di interagire con loro ricevendo in diretta rispondere a domande e curiosità.
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